La diramazione del canale Albani partiva da Chiusa, oggi chiamata Chiusa di Ginestreto. E’ stata nel tempo un’impresa delicata, essenziale supporto all’economia agricola e cittadina sino all’ultimo dopoguerra.

La nascita dell'industria, grazie agli Albani, fu uno sbocco lavorativo contro la fame.

Nel 1893 il bacino del Foglia contava settantasette luoghi deputati alla molitura delle granaglie e delle biade, alla follatura delle stoffe, alla fabbricazione di laterizi, alla macinazione dello zolfo; di essi, una decina ricadeva nella bassa valle e quattro nella città, direttamente collegati al Vallato Albani. I quattro opifici, alcuni risalenti al XV-XVI secolo e al dominio ducale urbinate, rappresentavano i maggiori esempi delle tante attività proto-industriali di Pesaro. Sul  percorso periurbano o cittadino del canale  c’erano il mulino dei Canonici a S. Pietro in Calibano, l’Ingualchiera prossima a villa Miralfiore alle porte della città, i mulini di via Cattaneo e della Pescheria nel cuore del centro storico di Pesaro, insieme a sedi per il lavaggio dei panni tinti, per la concia dei pellami e la filatura della seta.

Anche se oggi sono stati smantellati ed ogni traccia degli antichi ruoli è scomparsa, ne restano alcune testimonianze materiali, notizie e immagini

Significativa è in particolare la lunga persistenza di numerose fornaci per laterizi, distribuite in prossimità sia del corso fluviale sia del Vallato, le cui acque erano utilizzate per impastare la materia prima argillosa larga- mente disponibile nella piana alluvionale

Anche il ricordo di questa diffusa tipologia produttiva resta affidato anche alla toponomastica: infatti si trovano diverse località indicate con i nomi Fornace Selva Grossa’, ‘Fornace vecchia’, ‘C. la Fornace’, ‘Fornace Badioli’. Infine, l’incidenza dello storico sistema produttivo sul territorio è tuttora attestata da alcuni insediamenti o quartieri (S. Pietro in Calibano, Cattabrighe, Pantano), la cui nascita e sviluppo sono riconducibili alla polarizzazione di forza-lavoro dalla campagna.

Di tante impronte paesaggistiche e di importanti attività secolari si va gradualmente dimenticando il valore testimoniale, al punto da volerne persino cancellare le tracce residue. Il Vallato, arteria vitale per l’economia pesarese  sino all’ultimo dopoguerra, esso è stato sopraffatto dalla riorganizzazione territoriale ed economica postbellica, responsabile della sua progressiva obsolescenza.